Parrocchia Cottolengo

Cari amici, se state leggendo queste righe di benvenuto, vuol dire che avete già incontrato il nuovo strumento di comunicazione che la nostra Parrocchia si è dato. Nell’era di internet non potevamo restarne fuori! Certo il sito ha appena visto la luce e come tutti i neonati sa esprimersi solo con pochi segni e balbettii, ma pian piano imparerà a parlare e sono certo che avrà qualcosa di importante da dire a tutti voi. Sono sicuro che per molti sarà utile visitarlo per conoscere l’orario o il luogo di un incontro, o i progetti che la nostra comunità sta preparando per le famiglie, per i bambini e i ragazzi, per i bisogni dei poveri e degli emarginati (quante volte abbiamo ricordato che il nostro Santo Patrono, Giuseppe Benedetto Cottolengo, aveva particolarmente a cuore i piccoli e i poveri!); ma sarà piacevole guardarlo anche per rivedere le foto di una festa, per sapere di una gita, per informarsi meglio su una giornata di gioco e sport. La nostra vita (la vita delle nostre famiglie e dell’intera famiglia parrocchiale) è fatta di tante cose: cose grandi e impegnative e cose piccole e semplici. Di tutto questo vogliamo dar conto. Del resto, non siamo eredi della grande tradizione cristiana, che lungo i secoli ha cercato modi sempre nuovi e adatti alle diverse mentalità e culture per annunciare il Vangelo di Gesù? Ancor più: lo stesso Gesù viveva da figlio del suo tempo nel modo di pensare, parlare, agire. Pensiamo un attimo solo alle sue Parabole. Gesù usava il linguaggio della gente che incontrava, spesso gente semplice, che aveva bisogno di “capire la vita” e sapeva farlo bene in base alla propria concreta esperienza quotidiana, anche se non capiva i paroloni dei dotti. Ricordate? “Il Regno di Dio è simile…” a un po’ di lievito nascosto nella farina (e le donne che facevano il pane coglievano il senso profondo delle parole di Gesù); al minuscolo seme di senapa, al grano gettato nella terra buona, oppure mischiato alla zizzania (e i contadini che combattevano contro le erbacce per avere un buon raccolto, o vedevano belle piante nascere da piccoli granelli ben capivano). Già, Gesù sapeva come farsi ascoltare, perché parlava al cuore della gente. E oggi? Vale per noi una paraboletta raccontata forse a un gruppo di pescatori: <<Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.>> (Vangelo di Matteo, cap. 13). Ecco, anche noi vogliamo “gettare la rete”, anzi gettarci nella rete, per saper coglierne tutto il buono, imparando a gettar via ciò che ostacola la serenità delle nostre case e dei nostri cuori. Molto ci sarà da dire… ma ora semplicemente grazie per essere giunti fin qui e “buona pesca”! Ciao, don Giovanni

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