E se l’acqua di sorgente è…..?
di Mirella Rossi
Grosseto: Eccoci qua a parlare ancora dell’acqua potabile, degli acquedotti e delle sostanze che vengono utilizzate per rendere l’acqua “bevibile” ( per usare un termine comprensibile a tutti.) Abbiamo accennato che l’acqua viene classificata in base alla
purezza alla fonte o alla sorgente come acqua di categoria A1 A2 A3. La categoria A3 è quella dell’acqua meno pulita, che contiene sostanze nocive o poco salutari, che deve perciò essere trattata con metodi e sostanze più aggressivi. Ci sono poi acque che non riescono addirittura ad entrare nella categoria A3 , veramente inquinate o poco idonee. Cosa fare allora? L’acqua è un bene preziosissimo, e vale sempre la pena di recuperarne quanta più possibile, per cui tanto peggiore è la qualità di partenza dell’acqua, tanto più intenso ed invasivo deve essere il trattamento di potabilizzazione. Già nel 1800 si cominciò ad usare un processo particolare per la chiarificazione dell’acqua, detto “processo di coagulazione seguito da filtrazione rapida”. In pratica l’acqua veniva fatta decantare in grandi vasche per sedimentare i residui, poi filtrata con filtrazione lenta. Oggi grazie all’azione combinata di impianti di ultima generazione, seguiti da filtri a sabbia rapidi, il processo non è più soltanto fisico ma chimico-fisico e come si intuisce molto più veloce.
Un altro fenomeno è la formazione di fanghi di potabilizzazione, sui quali si operano dei trattamenti di tipo chimico, biologico o fisico-termico prima del loro smaltimento finale o riutilizzo. Questi fanghi sono costituiti da tutta la parte sedimentabile e filtrabile presente nelle acque grezze, e sono molto più presenti nelle acque provenienti da sorgenti o fonti superficiali. Il fango va trattato prima di essere smaltito, soprattutto per ridurre al minimo il suo volume, con centrifughe e presse in modo da rendere minimo il costo del trasporto e dello smaltimento. Una volta trattato e stoccato, il fango può essere smaltito (mediante incenerimento o in discariche controllate di rifiuti speciali) oppure riutilizzato (sul suolo adibito ad uso agricolo o per usi diversi in edilizia e negli impianti di compostaggio). In Italia il cloro e i prodotti a base di cloro sono sicuramente i disinfettanti più utilizzati, ma da quando si è scoperto che le acque sottoposte a trattamento con il cloro contengono una serie di sostanze indesiderabili, note come sottoprodotti ,si stanno cercando disinfettanti alternativi o strumenti che rendano non nocivi simili trattamenti. Seguiteci e scopriremo come……