Che acqua beviamo?

di Mirella Rossi

Grosseto: Cari amici, abbiamo speso un bel po’ di parole per parlare dell’acqua “potabile” cioè quella che esce dai nostri rubinetti e dalle fontanelle, e che viene trattata e depurata per essere consumata. Benissimo, allora adesso vediamo che acqua beviamo davvero, dato che abbiamo già dichiarato che non si tratta della stessa identica acqua, ma che essa varia, per le componenti ed i trattamenti cui è sottoposta, da zona a zona e da acquedotto ad acquedotto. Sentiamo per esempio classificare l’acqua come dura o dolce, ma cosa vuol veramente dire? La durezza dell’acqua è data dal contenuto totale di sali di calcio e magnesio in essa disciolti. Anche qui però bisogna distinguere la durezza temporanea da quella effettiva; in pratica i bicarbonati di calcio e di magnesio si eliminano con la bollitura dell’acqua, e si tratta quindi di una durezza temporanea. La durezza permanente invece non si elimina con l’ebollizione ed è dovuta agli altri sali di calcio e magnesio (ad es. solfati e cloruri) che restano sempre disciolti in soluzione.

Questi sali, proprio perchè non precipitano, non creano problemi di incrostazioni, a differenza di quelli di calcio e magnesio che si depositano nelle tubazioni e nelle rubinetterie aiutati dall’eventuale innalzamento della temperatura. Il problema del calcare a livello domestico è infatti molto sentito per quegli elettrodomestici che scaldano l’acqua, come lavatrici, lavastoviglie, ferri da stiro e macchine da caffe; questo spiega l’ampia diffusione di addolcitori ed altri dispositivi anticalcare. (nota di precisazione tratta dal testo di Giorgio Temporelli). Esistono varie unità di misura per la durezza, la più utilizzata a livello mondiale ed in particolare in Italia, e quella cosiddetta in gradi francesi: un grado francese (°F) di durezza corrisponde ad un contenuto di sali di calcio e/o magnesio equivalente a 10 mg di carbonato di calcio per litro d’acqua. Esistono varie classificazioni per le acque dure. Acque con valori di durezza inferiori a 15 °F possono ritenersi dolci, oltre i 25 °F sono dure e per valori intermedi sono di media durezza. L’acqua piovana per esempio è molto dolce, avendo una durezza non superiore a 1 °F, mentre alcune acque naturali possono superare i 50 °F.

Chiudiamo questa parte con la domanda che ci siamo fatti all’inizio della serie: ma l’acqua dura fa male alla salute? E’ vero che fa venire i calcoli renali? Certamente non è l’acqua a determinare la calcolosi, può semmai contribuire ad aggravare uno stato esistente, ma sodio e magnesio sono elementi necessari al buon funzionamento del nostro organismo….un po’ meno a quello degli impianti tecnologici. Beviamo quindi tranquillamente l’acqua del rubinetto, magari dopo averla depurata a casa nostra, in futuro vi dirò come. Per adesso, auguri e un brindisi a base di acqua, che non ci creerà problemi di guida e palloncino per queste festività!!

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